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Per Aspera Ad Veritatem n.14
Intelligence investigations. How ULTRA Changed History

Ralph Bennett - Frank Cass, London, Portland, Or, 1996





All'inizio della seconda guerra mondiale l'intelligence inglese non era in grado di decifrare i messaggi in codice usati dai tedeschi, che allo scopo si servivano di un apparato denominato "Enigma". Questo consisteva in un complesso congegno elettromeccanico composto da cilindri e ruote, apparso nel 1926 e successivamente perfezionato in modo che l'operatore potesse digitare in chiaro il messaggio che veniva poi automaticamente criptato e trasmesso.
I crittografi inglesi di Bletchley Park, ente governativo per la decodifica, riuscirono ad entrare in possesso di un apparato Enigma e a decifrarne i codici; i tedeschi, da parte loro, continuarono ad usare questo sistema per tutta la durata della guerra, nella convinzione dell'inviolabilità dei propri messaggi cifrati, a tal punto che fornirono un esemplare di Enigma all'intelligence nipponica, che a sua volta lo adattò alle proprie esigenze, ribattezzandolo "Purple".
Il processo di decodifica del sistema Enigma fu denominato dagli inglesi "Ultra", definizione successivamente adottata anche dagli Stati Uniti dopo che il crittografo americano William Friedman riuscì a duplicare Enigma e a decifrare i riservatissimi codici giapponesi.
Il Dipartimento "Ultra" di Bletchley Park, grazie ai successi ottenuti e alla conoscenza anticipata delle decisioni strategiche tedesche, fu potenziato anche con l'ausilio di crittografi dell'Office of Strategic Service americano e di alcuni esperti di intelligence francesi. Migliaia di persone lavorarono su Ultra, decodificando giornalmente centinaia di messaggi tedeschi, ognuno dei quali veniva fotografato ed inviato presso la biblioteca Bodleian di Oxford, nel caso la Luftwaffe avesse localizzato e bombardato Bletchley.
Nel 1942 Ultra subì un temporaneo arresto derivante dal fatto che l'intelligence navale tedesca aveva sviluppato un nuovo apparato Enigma per comunicare con gli U-boats. Ancora una volta gli inglesi furono così "fortunati" da acquisire una copia del nuovo sistema che gli consentì di aggiornare il proprio apparato di decodifica.
Il Security Intelligence Service inglese e l'Office of Strategic Service americano lavorarono quindi a stretto contatto a questo sistema di decodifica riuscendo, tra l'altro, ad indurre alcuni agenti tedeschi prigionieri a fare il doppio gioco allo scopo di disinformare l'Abwehr. Alcuni di questi doppiogiochisti comunicarono, ad esempio, all'Abwehr che gli alleati erano in procinto di invadere la Grecia ed i Balcani piuttosto che l'Italia; proprio a seguito di tali informazioni i tedeschi indebolirono le difese in Sicilia, rafforzando invece quelle nell'area balcanica.
Tutta l'attività di intelligence riguardante le operazioni sul fronte orientale fu, ad esempio, trasmessa all'Armata Rossa in modo tale da far credere a Mosca che essa provenisse da una rete spionistica comunista e non dal centro operativo di Bletchley in Inghilterra.
Il sistema di decodifica sviluppato a Bletchley - della cui esistenza pochissimi erano a conoscenza - consentì la successiva realizzazione di ulteriori e più sofisticati sistemi come il "Colossus", inventato dal crittografo inglese Alan Turing. Ulteriori versioni ancora più avanzate di tali apparati hanno in seguito permesso all'intelligence inglese, così come a quella statunitense, di affrontare la guerra fredda con grande incisività rispetto ad altre organizzazioni di intelligence come, ad esempio, il KGB.
Su tale sistema di decodifica e sulle vicende ad esso collegate interviene il libro di Bennett (1) , una sorta di antologia sul tema, articolata in dieci capitoli, frutto del contributo di autori diversi.
Nella prima parte, si documentano in modo esauriente e veritiero i metodi e il ruolo dell'intelligence durante la seconda guerra mondiale, sotto un profilo eminentemente storico, con particolare riguardo agli aspetti strategico-militari.
Nella seconda parte, invece, il taglio, leggermente diverso, propende verso singole vicende, più o meno note al grande pubblico, in cui l'intelligence, ed in particolare le capacità di decodifica delle relative strutture, costituirono un elemento determinante in numerose vicende di notevole interesse storico come, ad esempio, nel caso dell'attentato a Tito.
Il libro di Bennett costituisce, dunque, una testimonianza originale e particolareggiata di un aspetto specifico dell'intelligence, quello militare, la cui indispensabilità è emersa soprattutto nel corso del secondo conflitto mondiale e che forse in passato non ha goduto della dovuta attenzione da parte degli studiosi del settore.
Va, inoltre, riconosciuta all'Autore una particolare capacità di coniugare sapientemente la mera e distaccata descrizione dei fatti con un gradevole stile narrativo, che consente la rivelazione di verità scomode ma interessanti, di carattere sia militare che politico.


(1) Ralph Bennett lavorò quattro anni a Bletchley Park e successivamente fu Presidente del Magdalene College di Cambridge.

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